Elie, storia di guerra e di rinascita

Presentava esiti da gravi ferite: la mandibola e la parte interna della bocca apparivano colpite da lesioni di vecchia data, più volte rimarginate e riaperte, e da infezioni diffuse e mai guarite che certamente dovevano produrre dolori lancinanti e febbre. Sullo sfondo, l’annoso conflitto etnico tra Tutsi e Hutu. Elie, catturato dai guerriglieri dell’etnia opposta, non aveva subíto mutilazioni agli arti e al volto come alcuni suoi compagni, ma un colpo di arma da fuoco all’interno della bocca, per produrre gravi ferite, non per uccidere. Impossibile operarlo in loco, troppo complessa e compromessa la sua situazione generale.

Scatta allora una gara di solidarietà tra Progetto Sorriso, il Consolato, la Regione Lombardia e l’Ospedale Sant’Anna di Como. Nel giro di tre mesi, Elie è stato ricoverato e operato con successo nel reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale del nosocomio comasco: per la prima volta i medici videro il suo sorriso. Dopo sei mesi, completamente guarito, lasciò l’Italia.

I volontari hanno visitato Elie l’anno dopo, durante la successiva missione chirurgica: sta bene, è tornato a lavorare, ha nuovamente fiducia nel prossimo e nella vita.